venerdì 30 settembre 2011

CROSTONI CON BRIE E FUNGHI

Un crostone velocissimo da preparare, che potete servirlo sia come antipasto che come aperitivo.
Voi siete già andati per funghi? Io no, anche perché, pur andando nei posti giusti, non li vedrei neanche fossero sotto il mio naso; mi fa spazientire sentirne l’odore e non trovarli e poi … se chi mi sta dietro raccoglie quelli che io ho lasciato per strada, preferisco rinunciare!
Nella mia famiglia ci sono invece dei veri appassionati che “van per funghi”,  i miei fratelli sono tra questi… uno di loro so che ha già riempito un bel cestino… peccato che non abbia contribuito a qualche esperimento culinario offrendomi un omaggio che vien dai boschi… per questa volta lo perdono, ma la stagione è appena iniziata e attendo fiduciosa J
Per questi crostoni ho riempito il mio cestino al mercato. Avrei preferito acquistare dei porcini, ma ahimè sono arrivata quasi all’ora di chiusura, quelli esposti non mi hanno convinto, perciò ho ripiegato sui classici champignon.
Devo dire che il crostone era comunque saporito… il marito non si è limitato al bis J

Pane rustico
Funghi champignon o porcini
Aglio
Brie
Prezzemolo
Olio
Sale

Ho detto che la ricetta è velocissima, in realtà serve un po’ di tempo per la pulizia dei funghi… ma ne vale la pena J
Per gli champignon: ho preferito privarli dei gambi ed ho eliminato il primo strato di pelle esterna delle teste, li ho poi immersi - per poco tempo - in acqua acidulata con del succo di limone.
Per i porcini: non devono essere immersi in acqua, meglio pulirli con un panno  umido e, per quanto riguarda i gambi, decidete voi se unirli o meno.
Tagliate le teste a fettine sottili.
Mettete una padella sul fuoco con un po’ di olio, appena si sarà leggermente scaldato aggiungete l’aglio tagliato a piccoli pezzi e lasciatelo cuocere per qualche minuto, attenzione a non bruciarlo!
Non amate trovare i pezzetti di aglio? Ok, potete non metterli, ma profumate comunque l’olio lasciando soffriggere per qualche minuto un testa leggermente schiacciata.
Aggiungete i funghi e fateli saltare a fiamma vivace: dovrete cuocerli fino a quando l’acqua non sarà quasi del tutto evaporata ed infine salate. Spegnete il fuoco.
Dopo la cottura i funghi tenderanno ad assumere un colore simile al cacao,  che aumenterà col riposo, quindi vi consiglio di coprire  bene la padella con un coperchio o, ancora meglio, cuocerli quando sarete vicini al momento di servire i crostoni.
Tagliate il brie a fettine piuttosto sottili e tritate il prezzemolo grossolanamente (operazioni che potete fare con largo anticipo).
Affettate il pane, spennellate la superficie delle fette con un po’ di olio e mettetele a tostare in forno a 200° per qualche minuto. Quando le fette inizieranno a prendere un colore leggermente dorato, sfornate la teglia e copritele con il brie. Infornate nuovamente fino a quando il formaggio non si sarà sciolto.
Mettete i crostoni sul piatto, coprite con i funghi caldi, una spolverata di prezzemolo tritato e servite subito.
La mia proposta per servirli è quella di appoggiarli su piccoli taglieri individuali, per la versione antipasto con coltello e forchetta, per quella aperitivo a pezzi pretagliati oppure, preferendo una fetta più piccola, sostituite il pane rustico con fettine di baguette (meglio se acquistata il giorno prima).

Buon week end
Liz

domenica 25 settembre 2011

SEMIFREDDO AL SESAMO CON SALSA DI RIBES

Avevo smesso da tempo di acquistare una certa rivista di cucina ma, durante le vacanze in montagna, avendo esaurito la scorta di libri, ho deciso di tornare a sfogliarla… e questa ricetta ha catturato la mia attenzione.
Per una serie di motivi, e visto che non è più tra le mie preferite, non farò il nome della rivista, ma sono sicura che tante di voi avranno visto, e magari provato, questo semifreddo.
Devo dire che il sapore mi è piaciuto molto, un po’ meno la consistenza, forse perché non sono una grande appassionata dei semifreddi… il fatto è che non sono ancora riuscita a capire quale sia appunto la giusta consistenza di questo dolce e quindi a che temperatura debba essere servito.
Il sapore del croccante al sesamo è particolare e si sposa benissimo con la salsa di ribes, proverò presto a fare un esperimento, ovvero utilizzarlo come base per preparare un dolce sempre al cucchiaio, ma con una consistenza più morbida.

Una premessa: le dosi della rivista sono per 12 semifreddi (diametro 8,5 cm – h 3,5 cm), è probabile che, avendone preparati solo quattro (diametro 6,5 cm – h 5), le mie dosi abbiano compromesso il risultato… vi lascio quindi quelle originali, ma tra parentesi trovate anche le mie. 

500 ml latte - (125 ml)
150 + 70 gr zucchero semolato - (40 + 30 gr)
150 gr panna fresca - (40 ml)
60 gr croccante di sesamo - (15 gr)
2 albumi - (20 gr)
4 tuorli - (1)
50 gr farina - (15 gr)
120 gr ribes – (60 gr)
60 gr zucchero a velo (20 gr)
mezzo baccello di vaniglia (1/4)
1 cucchiaio miele di acacia (1 cucchiaino)

Per i semifreddi
In un pentolino mescolate bene  i tuorli con 150 gr di zucchero semolato e poi aggiungete la farina, passata al setaccio.
In un altro pentolino scaldate il latte con la vaniglia (incidete il baccello per il lungo) e versatelo sui tuorli passandolo attraverso un colino.
Amalgamate bene il composto e cuocete per alcuni minuti, fino a quando non otterrete una crema densa. Lasciate intiepidire.
Nel frattempo passate il croccante nel mixer e, una volta ridotto in polvere,  unitelo alla crema.
In una ciotola montate l’albume e, a metà della lavorazione, aggiungete lo zucchero a velo, un po’ alla volta.
In un’altra ciotola montate la panna con un cucchiaio di miele.
Unite la crema prima all’albume, con movimenti delicati dal basso verso l’alto e poi  alla panna, amalgamando sempre delicatamente.
Riempite gli stampini e fate riposare in freezer per almeno 2 ore (io li ho lasciati per 4 ore).
Per la salsa
Frullate i ribes con 70 gr di zucchero e passate la salsa attraverso un colino.
Io ho preferito cuocerli per qualche minuto con un goccio d’acqua e un cucchiaio di zucchero, ho poi passato la salsa al colino e l’ho rimessa sul fuoco facendola addensare con una punta di maizena, precedentemente sciolta in un dito di acqua fredda.

Decorate i semifreddi con qualche frutto rosso, qualche pezzetto di croccante e un po’ di salsa di ribes: anziché versarla direttamente sul dolce, ho scelto di metterla dentro a delle salsiere mignon e di servirla tiepida.


Per i miei semifreddi ho inaugurato questi singoli stampini in silicone
trovo che siano più pratici di quelli multipli, innanzitutto perché si utilizzano  solo quelli che  realmente servono, e poi perché si possono sistemare meglio nel freezer; non so voi, ma io ho sempre qualche difficoltà a trovare un po’ di spazio libero per i miei dolci... un abbattitore di temperatura risolverebbe sicuramente il problema J

Due parole sul semifreddo…
… ho fatto qualche ricerca tra le ricette del mio archivio e  purtroppo non ho trovato grandi suggerimenti, terminano tutte  con la solita frase “sformate e servite”… sono quindi partiti vari test e queste sono le mie conclusioni:
essendo un dolce simile al gelato, una volta sformati, non fate l’errore di dimenticarveli nel frigo… li trovereste completamente squagliati;
lasciateli invece nel freezer e, una volta sformati, 15 minuti a temperatura ambiente saranno sufficienti per renderli un po’ meno “ghiacciati”.
Immagino che d’estate 15 minuti siano troppi… e se lo volessi preparare  in uno stampo più grande? Sapete cosa vi dico? approfondirò le mie ricerche, questo non sarà certo il mio primo e ultimo semifreddo!
Si accettano comunque consigli da esperti pasticcieri J
Buona settimana
Liz

giovedì 22 settembre 2011

VELLUTATA DI ZUCCHINE

E’ una delle prime minestre della nuova stagione, ho scelto le zucchine per salutare l’estate ed ho aggiunto le patate per dare il benvenuto all’autunno.
E visto che la temperatura è ancora piacevole,  trovo che questa delicatissima vellutata sia perfetta, perché può essere gustata anche tiepida.
So bene che è una ricetta banalissima, chi non è in grado di preparare una minestra come questa? ma avrete sicuramente capito che personalmente preferisco pubblicare piatti alla portata di tutti, suggerendo però qualche spunto per la presentazione, quel tocco che, a mio parere, rende anche una semplicissima ricetta un po’ speciale.
Inoltre, avevo diversi pezzi di patate avanzate da recuperare… quando si prepara un’ insalatina per un tete-à-tete per festeggiare l’anniversario di matrimonio, può succedere J
A proposito di anniversario… mio marito mi ha fatto una bellissima sorpresa, in realtà c’e’ stata un’altra cenetta, ma con qualche giorno di anticipo… presto vi racconterò i dettagli J

Per due 
4 zucchine
1 patata piccola
1 scalogno
Acqua o brodo vegetale leggero
Olio evo
sale e pepe
pane per crostini

Tagliate le zucchine a cubetti e lo scalogno a fettine sottili.
In un pentolino a bordi alti mettete a soffriggere lo scalogno in un po’ di olio, aggiungete le zucchine, salate  e fate insaporire. Dopo qualche minuto coprite le zucchine con acqua calda (o brodo), aggiungete la patata tagliata a fette, coprite col coperchio e lasciate cuocere a fuoco basso.
Appena le verdure si saranno ammorbidite, prendete il frullatore ad immersione e riducetele in crema. Regolate di sale e, se la consistenza fosse troppo densa, aggiungete ancora un po’ di acqua calda e proseguite la cottura per qualche altro minuto.
Trasferite la vellutata nelle ciotole, versate un filo d’olio e una piccola macinata di pepe.
Potete servirla con dei piccoli crostini: io ho utilizzato del pane rustico, tagliato a dadini, e cotto in una padella antiaderente a fuoco bassissimo.
Per il decoro a cuore: ho tagliato delle sottili fette di patata con un tagliabiscotti  e le ho immerse in acqua bollente salata e acidulata con un cucchiaio di aceto di vino bianco.

Per le mie minestre uso spesso le patate di Montoggio, uno dei paesi della Valle Scrivia, nell’entroterra genovese. Per ricette come questa  sono sempre caldamente consigliate dal mio bezagnin di fiducia… ed ha proprio ragione, hanno un ottimo sapore! A fine agosto, a pochi chilometri da Montaggio, c’e’ anche una famosissima sagra a lei dedicata.


Vi presenterò presto un’altra minestra, semplice semplice, adatta per una cena in piedi J 

E la vostra velluta del cuore che verdura contiene ?

A presto
Liz

domenica 18 settembre 2011

TORTINE ALLE PESCHE E MANDORLE

Doveva essere un’idea per la colazione della domenica ma, vista l’ora…, le propongo per la merenda! Ecco delle tortine, dal sapore ancora estivo.
I mesi scorsi, avendo vissuto un po’ di rendita grazie ad alcune ricette della sorellina, non ho cucinato certi piatti, questo è uno di quelli che avrei voluto provare… 
… e avendo trovato ancora delle buonissime pesche, perché aspettare la prossima estate?
Con poche semplici mosse preparerete  un dolcino delizioso, con una superficie croccante e un cuore con piccole morbide sorprese.
Vi lascio la ricetta con le dosi originali, io le ho un po’ ridotte per ottenere solo qualche tortina, alla fine ne sono uscite tre: una è stata assaggiata ieri, l’orario in cui sono state sfornate era vicino a quello della merenda e poi qualcuno doveva provarle per consigliare la migliore temperatura per servirle… sapete qual è stato il commento del marito dopo averla mangiata tiepida? Squisita!… e anch’io confermo J
Per una torta grande (per 6 tortine dimezzare le dosi)
200 gr farina
100 gr farina mandorle
1 bustina lievito per dolci
100 ml latte
150 + 30 gr zucchero semolato
3 uova
160 gr burro ammorbidito a temperatura ambiente + 1 noce per imburrare stampo
3 pesche
50 gr mandorle spellate

In una ciotola montate il burro con 150 gr di zucchero,
incorporate le uova, uno alla volta,
aggiungete la farina e il lievito, passati al setaccio,
unite anche la farina di mandorle,
versate il latte e mescolate bene, fino ad avere un composto liscio e omogeneo.
Sbucciate le pesche, tagliatele a dadini e “affogatele” nel composto.
Tagliate le mandorle a scaglie: esistono quelle già confezionate, ma io ho preferito tagliarle a mano, per avere delle scaglie non troppo sottili.
Imburrate la tortiera con la noce di burro, versate il composto e coprite la superficie con le scaglie di mandorle e spolverizzate con i 30 gr di zucchero.
Cuocete in forno a 180° per circa 40 minuti.
Per le tortine sono sufficienti 20-25 minuti di cottura.
E con queste tortine si chiude la stagione dei dolci estivi… grandi progetti per quelli autunnali J

Comunicazione di servizio!
Nel post “Vacanze e picnic in montagna II parte” per la ricetta della “Ciambella” ho parlato di lievito, ma non ho indicato la quantità… ingrediente aggiunto alla lista!
Grazie all’attentissima lettrice che si è accorta di questa mia dimenticanza J

Buona domenica
Liz   

giovedì 15 settembre 2011

SALMOREJO

Procuratevi in fretta gli ultimi profumatissimi pomodori, perché oggi vi presento una deliziosa crema fresca, da assaggiare prima che l’estate finisca!
E’ una delle classiche tapas,  scoperta alcuni anni fa durante una vacanza in giro per la Spagna… quante scorpacciate! 
Io adoro tapear, è l’occasione per assaggiare tantissimi piatti in piccole porzioni e per andare alla scoperta di taverne e tipici bar, spesso nascosti tra le antiche vie delle città. 
La nostra prima estate spagnola abbiamo vissuto quasi un mese a tapas, era troppo forte la curiosità di assaggiarle tutte; il marito ricorda ancora bene la nostra prima esperienza, soprattutto la lunghezza del conto a fine serata… meno male che era il primo giorno e, dopo il classico pacco per turisti ricevuto a Barcelona (dove comunque ci sono degli ottimi angoli per tapear, ma scovati in altre vacanze), abbiamo raggiunto degli amici  che ci hanno accompagnato alla scoperta della loro amata Cordoba, di altre bellissime città andaluse, Sevilla e Granada e di questa cucina, che avrebbe dovuto  stuzzicare l’appetito, ma spesso è diventata il nostro pasto vero e proprio. Grazie a loro, abbiamo gustato delle tapas fantastiche, siamo stati in  ottima compagnia e abbiamo frequentato quei locali conosciuti solo dai “locals”.
Ed è proprio girando per Cordoba, intorno alla sua splendida Cattedrale, la Mezquita,  che ho scoperto un piccolo libro “Le classiche tapas” : è una raccolta soprattutto per turisti, stampata in  diverse lingue ma, contenendo  tantissime varietà di questi piattini già assaggiati, non ho proprio saputo resistere… questa crema è la prima ricetta che provo e il risultato, pur con qualche ritocco, mi è sembrato  ottimo.
A proposito… per prepararla mi è tornato molto utile il regalo ricevuto dalla Fata Golosa, sono stata una delle vincitrici del suo bellissimo contest “Bastan poche briciole”. Grazie 1000!
Questo coltello è incredibile e mi mancava, con questo prezioso aiutante spellare i pomodori è stata una passeggiata J
Non ci credete ?
La buccia viene in un attimo!

Per 6 ciotole
600 gr pomodori maturi
100 gr pane raffermo a pasta dura (la ricetta originale prevede che il peso del pane sia uguale a quello dei pomodori, sinceramente l’ho trovato un po’ eccessivo… la mia dose mi è sembrata sufficiente per rendere questa crema della giusta consistenza)
1 spicchio aglio
olio evo
aceto di vino bianco
sale

per accompagnare
uova sode
prosciutto crudo

Pelate i pomodori (sprovviste del coltello magico? ... allora dovrete immergerli in acqua bollente per qualche minuto), privateli dei semini e tagliateli a pezzi.
Tagliate a pezzi anche il pane e l’aglio.
Mettete tutto nel frullatore (o ancora meglio utilizzate quello a immersione) e, appena gli ingredienti si saranno amalgamati, unite un po’ alla volta circa mezzo bicchiere d’olio, continuando a frullare.
Quando il composto sarà omogeneo, aggiungete 3-4 cucchiai di aceto e un pizzico di sale, e continuate a lavorare fino ad avere una crema consistente.
Prelevate un cucchiaino di crema per la “prova assaggio” e, se fosse necessario, regolate di olio-aceto-sale.
Mettete in frigo: questa crema è da servire fresca, ma non troppo fredda e, per far amalgamare bene i sapori, è meglio farla riposare per qualche ora.

Come consigliato dal libro, vi suggerisco anch’io di servirla con  pezzi di uovo sodo e dadini di prosciutto crudo…  una vera bontà!

E volete che non prepari una versione finger food? J

Queste miniature ricordano le classiche ciotole, ma il loro diametro è di 5 centimetri...
... un fortunato acquisto fatto a Barcelona, da Vincon (Passeig de Gràcia, 96), un negozio che merita sicuramente un giretto J

Vi svelo altre mie tapas preferite ?
Boquerones en vinagre, Champinones con jamòn, Patatas alioli e bravas, Flamenquines, Croquetas de pescado, Pulpo a la gallega, Salpicòn de mariscos e tante, tantissime altre J

Buona serata
Liz

domenica 11 settembre 2011

VACANZE E PICNIC IN MONTAGNA – II PARTE

Curiose di conoscere la seconda puntata delle mie vacanze in montagna e  il seguito del picnic?

Oltre ai formaggi tipici valdostani, non poteva mancare nel cestino anche un assaggio di alcuni  SALUMI: la scelta è stata mocetta, lardo di Arnad e salamini.
Anche questi li ho confezionati servendomi di piccoli sottopiatti di midollino, coperti da una retina: come la garza utilizzata per i formaggi, è un’ottima soluzione da adottare per i picnic, perché protegge gli alimenti dalle visite di quei microscopici ospiti che gironzolano tra i fili d’erba J.
Per completare l’assaggio di questi affettati, ho racchiuso in piccoli sacchetti  un tris di fettine di pane: bianco, nero e alle noci.

Come secondo piatto delle insolite MILANESI: non sono sottili, di piuuuuù!
La sorellina è famosa per queste fettine di carne fritte, ci sono alcune persone, tra cui mio marito, che si prenotano per una cena a base di “milanesi di Vale” da un anno all’altro. Quest’anno, in una sola sera, ne ha preparato 50, una montagna!  
Sono ottime con una spruzzata di limone o  accompagnate da una dadolata di pomodoro fresco.

Ecco poi uno dei dolci, sempre preparato da Vale, LA CIAMBELLA: una torta che, pur nella sua semplicità, è buonissima… è molto difficile che arrivi al giorno dopo J

300 gr farina
200 gr zucchero semolato
3 uova
150 gr burro
250 ml latte
1 bustina lievito per dolci

Imburrate uno stampo a ciambella, versate un po’ di farina rivestendo bene le pareti e il fondo dello stampo.
Sciogliete il burro a bagnomaria e sciogliete il lievito in un goccio di latte.
Attenzione! Avete presente quando si dice “amalgamate le uova con lo zucchero fino ad avere un composto bianco e spumoso, aggiungete la farina passata al setaccio…” ebbene, per preparare questa ciambella ignorate tutto ciò, buttate in un solo colpo gli ingredienti in una bella ciotola  e mescolate bene.
Un’altra massima della sorellina “quando non si ha tempo… bisogna essere veloci!”
Versate il composto nello stampo e infornate a 180° per circa 45 minuti.
p.s.
per chi fosse un po’ scettico riguardo al procedimento: vi confesso che io ho provato a farla diverse volte, seguendo le fasi classiche, ma non sempre è stata un successo anzi… invece quella di Vale… risultato garantito!
 
Per finire dei semplici barattolini pieni di frutta fresca, spicchi di PESCHE & LAMPONI, appena colti, condita semplicemente con un po’ di zucchero e qualche goccia di limone. 

Ancora un’ultima sorpresa per i miei compagni di picnic, le famose TEGOLE della Valle D’Aosta: sono dei sottilissimi biscotti croccanti, al sapore di nocciole.
E per racchiudere queste bontà una confezione speciale: sacchetti trasparenti legati con un semplice giro di spago e due piccole pigne,  ricordo della divertente raccolta fatta insieme la scorsa estate.

Con questi piatti si conclude il nostro picnic in montagna, ma in realtà…
- gnocchi fritti: la sera prima abbiamo fatto un esperimento per vedere se fossero adatti al picnic però, essendo deliziosi mangiati caldi e con i nipotini che ne vanno matti… esperimento non riuscito!
- milanesi: mangiate tutte la sera prima, il marito detiene il record… 12 fettine!
- ciambella… il suo profumo era talmente irresistibile che, pur avendola cotta nel tardo pomeriggio, nessuno ha rinunciato ad assaggiarla calda e così abbiamo fatto una seconda merenda… l’avanzo per il picnic era talmente ridicolo che non sarebbe bastato per tutti J
Vi domanderete “ma allora cosa vi è rimasto per fare il picnic ?”
Vi dico solo che sono riuscita - a malapena - a scattare qualche foto al mio nuovo cestino e...
… avete capito? Non c’e’ stato alcun picnic !
La colpa è soprattutto mia, non avendo l’ispirazione al momento giusto ho rimandato di giorno in giorno e poi…  tra chiacchiere e risate, lezioni di cucina e assaggi anticipati e soprattutto tanto tantissimo relax, non sono stata in grado di organizzare una gita al di là del giardino!
Vi confesso però che mi sono divertita tantissimo, ho passato delle vacanze bellissime e per questo  ringrazio con tutto il cuore la mia sorellina, mio cognato e i miei nipotini… mi avete regalato delle giornate SPLENDIDE!

Buona serata
Liz

giovedì 8 settembre 2011

VACANZE E PICNIC IN MONTAGNA – I PARTE

Sono passati diversi mesi da quando ho partecipato al bellissimo contest “Cosa metto nel cestino” di Anna Luisa e Fabio di "Assaggi di viaggio", il premio in palio era proprio un bellissimo cestino da picnic e, come testimonia la foto, l’ho vinto!!! Ancora GRAZIE J
Aspettavo l’occasione giusta per inaugurarlo e il recente invito in montagna della sorellina mi è sembrato perfetto, anche per  mantenere la promessa fatta a uno dei miei nipotini J
Questa volta, lontano dalla tecnologia della mia cucina, ho pensato alla preparazione di ricette semplici e a qualche assaggio di prodotti tipici di una bellissima località della Val d’Ayas, Champoluc.
Per la realizzazione delle ricette, avendo scelto dei piatti legati più alla tradizione, ho approfittato della massima disponibilità di Vale e del suo amore per questo tipo di cucina…  e poi la padrona di casa si muove sempre meglio tra i suoi fornelli, pentole & padelle J
Ma, come avevo preannunciato, oltre al solito bagaglio con gli indumenti, ho portato con me anche una piccola scatola con diverso materiale perché, come la volta scorsa, ho voluto giocare un po’ con la confezione delle sorprese del cestino.
Ve ne presento solo una parte, per vederle tutte ci sarà una seconda puntata, con finale a sorpresa…

Ho pensato innanzitutto a un piccolo snack, dei semplicissimi GNOCCHI FRITTI. Li avete mai provati? Me li ha fatti conoscere Vale e sono uno stuzzichino velocissimo; basta acquistare un po’ di  gnocchi freschi, friggerli in olio un po’ alla volta, un pizzico di sale ed è fatta!



Poi un assaggio di alcuni FORMAGGI tipici valdostani: esistono tantissime varietà, ma ho scelto quelli preferiti dai nipotini, fontina e toma semi stagionata.
La confezione è molto semplice: dopo averli tagliati in piccole porzioni li ho messi dentro a bassi contenitori di vetro, coperti da una sottile garza.
 


LA TORTA DI ZUCCHINE DI VALE
1 confezione di pasta brisee
6 zucchine medie
1 carota
1 cipolla piccola
250 gr ricotta
2 uova
4 cucchiai parmigiano grattugiato
prezzemolo
noce moscata
olio e sale

Dividete le zucchine in quattro parti per il lungo e tagliatele ricavando dei cubetti.
Grattugiate la carota a julienne e la cipolla a dadini e mettete a soffriggere in una padella con un po’ di olio. Aggiungete le zucchine, salate e fatele leggermente ammorbidire.
Versate in una ciotola ricotta-uova-parmigiano-zucchine-prezzemolo tritato- grattugiatina di noce moscata, amalgamate bene e regolate di sale.
Stendete la pasta in un tegame, versate il composto, ripiegate i bordi all’interno della torta e cuocete in forno a 200° per circa 30 minuti: appena sentirete un delizioso profumino e la torta presenterà una superficie ben dorata, sfornatela!
p.s.
Non provate a domandare “ma le zucchine non devono raffreddarsi prima di versarle nel composto di ricotta e uova ?”… ho provato a chiederlo alla sorellina durante la lavorazione… non vi racconto  la  sua faccia, ma posso dirvi la sua secca risposta “comunque vada… sarà un successo!”
Visto che questa torta è ottima sia tiepida che fredda, ho pensato di tagliarla in piccole porzioni, messe all’interno di pirottini di carta, appoggiati su piccoli sottopiatti di midollino e, con un giro di foglio di acetato, un piccolo nastrino e posate di legno, ecco la confezione per il picnic.

Vi aspetto per la seconda parte, non mancate J

A presto 
Liz

domenica 4 settembre 2011

UN RICORDO DELLA BRETAGNA, LE COZZE

Non è certo l’unico ricordo che ho di questa bellissima regione, attraversata  in moto un agosto di tantissimi anni fa. Solo che, di recente, mi è venuta voglia di mangiarle e ogni volta che le cucino mi torna in mente questo piatto, assaggiato per la prima volta in uno dei paesini incontrati lungo la strada, a Dol de Bretagne.
Ricordo che nel piccolo e accogliente ristorante (di cui ahimé non ho il nome), con mio marito e i nostri compagni di viaggio ci eravamo entusiasmati per questo semplice antipasto, dal gusto decisamente più delicato rispetto a quello proposto con la spruzzata di limone.
Se amate le cozze, vi consiglio di provare “les moules” alla bretone.


Due note per gli ingredienti: non so se siano effettivamente quelli della ricetta originale, durante l’assaggio io e la mia amica abbiamo provato a indovinarli e, testata la ricetta, ci siamo affezionate a questa versione.
Purtroppo ero sprovvista di crème fraiche, ma la nostra panna fresca si è rivelata all’altezza.
Inoltre, non ho delle dosi precise da darvi, immaginando di servirle come antipasto e calcolando 20 cozze a persona, per 4 porzioni vi direi di procurarvi

80 cozze taglia piccola
1 carota
1 scalogno
1 bicchiere vino bianco secco
qualche cucchiaio panna fresca o crème fraiche
prezzemolo
olio

Pulite le cozze BENISSIMO.
Tagliate lo scalogno a piccoli pezzi e la carota a cubetti.
Versate un filo d’olio in un capiente tegame, fate leggermente rosolare lo scalogno e la carota, aggiungete le cozze e cuocete a fiamma dolce.
Appena le cozze inizieranno ad aprirsi, bagnate con il vino e alzate la fiamma.
Quando il vino sarà evaporato e le cozze si saranno aperte completamente, aggiungete qualche cucchiaio di panna, profumate con un po’ di prezzemolo tritato, mescolate bene e spegnete la fiamma.
Servitele caldissime, accompagnate da qualche fetta di pane casereccio,  perfetto per raccogliere il delizioso sughetto J
Vi avevo già raccontato che mio marito  mi accompagna volentieri nei miei giretti alla ricerca di materiale per la mia cuisine. Talvolta varca anche lui la soglia di alcuni negozi e, preso dall’entusiasmo di vedere questi paradisi per  cuochi,   si lancia alla ricerca di attrezzi particolari da propormi... peccato che spesso si tratti di caccavelle  già presenti nella mia cuisine da diversi anni, oppure di qualcosa che personalmente trovo davvero inutile… ma nonostante ciò lui non si scoraggia… ANZI… la sua frase di rito è sempre questa “se non la compri tu la prendo io! Vi presento il suo “acchiappa cozze” J finalmente lo abbiamo inaugurato!
Ma pur con l’acchiappa cozze, non è possibile gustare questo antipasto senza l’aiuto delle dita… 
conoscete queste pastigliette? 
Sono magiche! 
Basta versare qualche goccia d’acqua, magari profumata con del succo di limone, e questi “due centimetri” prendono vita trasformandosi in una utilissima salvietta per pulirsi le mani… senza dover abbandonare la tavola.
Le ho scoperte a Nizza, nel negozio Kitchen Bazaar (Rue de la Liberté, 20).
Le vendono in confezione da 24 pezzi, ma le trovate anche in Italia: alla Metro la confezione è di 100 pezzi… sono un bel numero, ma vi garantisco che le occasioni per utilizzarle sono tantissime J
Buona domenica
Liz  
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