sabato 26 febbraio 2011

RISOTTO ALLE MELE VERDI

Ecco un altro contest ”Frutta in pentola”, appena è arrivato l’invito di Ramona di "farinalievitoefantasia" ho pensato… fantastico! Poi, leggendo bene il regolamento… panico! A parte i dolci, io non ho mai utilizzato la frutta per cucinare altri piatti. Poi mi sono detta, beh, forse è l’occasione per sperimentare, chissà potrebbe anche piacermi…
Io non amo particolarmente il sapore dolce, mi avvicino di più all’agrodolce.
Così, cercando e sfogliando tra le pagine del mio mega archivio, ho trovato la ricetta di questo risotto, che ho leggermente rivisitato.
Risultato finale: delicato, non troppo dolce e dal gusto insolito, direi un buon compromesso J

Per 4 porzioni

160 gr riso (io ho utilizzato il Carnaroli)
1 scalogno
1 mela Granny Smith (mezza per il risotto e mezza per il decoro)
burro
latte
brodo vegetale leggero
zafferano
vino bianco fruttato (io ho scelto invece del Sidro Bretone brut)
olio
sale e pepe
2 fette pancarrè

Tagliate lo scalogno a piccoli pezzi e, nella vostra “pentola preferita per la cottura dei risotti” mettete un po’ di olio e una piccola noce di burro e stufatelo dolcemente.
Unite il riso e, quando sarà ben tostato, sfumate con una spruzzata di vino: appena sarà evaporato, versate un piccolo mestolo di latte e, quando si sarà assorbito, aggiungetene ancora uno.
Nel frattempo spellate e tagliate a dadini solo mezza mela e fateli saltare per pochi minuti in una padella con una piccola noce di burro: non devono assolutamente disfarsi.
Aggiungete al riso metà delle mele cotte e proseguite la cottura bagnando con il brodo caldo, un po’ alla volta. Per dare colore al risotto sciogliete lo zafferano nel primo mestolo di brodo. Salate e pepate.
Mentre il risotto cuoce, tagliate il pancarrè a cubetti piccolissimi, mettete una padella sul fuoco bassissimo, versate un velo di olio e tostate i crostini, aggiungendo anche un po’ di sale.
Quando il risotto sarà pronto spegnete il fuoco, unite il resto delle mele cotte e aggiungete qualche cucchiaio di parmigiano: mescolate bene e lasciate riposare qualche minuto.
La mia idea per servirlo è:
“in forma” (ho utilizzato un coppapasta a cubo), l’ho posizionato in uno degli angoli di un piatto quadrato, ne ho decorato le pareti con sottili spicchi di mela con la buccia e la superficie con qualche crostino. Anche sul piatto una mezza diagonale di pane croccante.

Grazie Ramona, con il tuo contest abbiamo scoperto la combinazione di nuovi sapori e, sia io che mio marito, abbiamo gradito molto J
Buona serata
Liz

giovedì 24 febbraio 2011

STINCO ALLE ERBE AROMATICHE


Chi mi conosce sa che non amo particolarmente i secondi, soprattutto perché adorando gli antipasti e i primi, quando  arrivo a questa portata sono piuttosto sazia e, non volendo rinunciare al dessert, preferisco servire qualcosa di leggero, se non addirittura sostituirlo con una fresca insalata.
Ci sono però dei secondi particolari, scoperti  sempre alla scuola di cucina, per cui vale sicuramente l’assaggio, li ho già proposti e secondo mio marito, famoso per essere una buona forchetta, dovrei cucinarli più spesso…
Lo stinco è uno di questi, tra l’altro, pur avendo una cottura lunga e lenta,   non richiede la vostra costante attenzione. Però, per quanto mi riguarda, non è un piatto che posso cucinare dal lunedì al venerdì… lo definirei il piatto del week-end J   

Per 2 porzioni

1 (o 2) stinco di maiale
1 spicchio aglio
erbe fresche: timo, salvia, rosmarino e maggiorana
30 gr lardo
1 cucchiaio di farina
1 cucchiaino di fecola
brodo di carne leggero
vino bianco secco 
olio, sale, pepe

Tritate una parte delle erbe con l’aglio e il lardo.
Con la punta di un coltello incidete lo stinco, seguendo la muscolatura,  in più punti e all’interno di queste fessure mettete il trito di erbe.
Tritate il resto delle erbe e mescolatele al cucchiaio di farina, ungete lo stinco con un po’ di olio e  passatelo nella farina.
Fate scaldare un po’ di olio in una casseruola a fondo spesso e rosolate bene lo stinco a fuoco vivace.
Versate il vino bianco (lungo le pareti della pentola) e fatelo evaporare, salate e pepate.
Aggiungete poi qualche mestolo di brodo caldo (versandolo sempre lungo le pareti della pentola), coprite col coperchio e cuocete per circa due ore a fuoco molto basso.
Ogni tanto sollevate il coperchio e, se fosse necessario, aggiungete ancora un po’ di brodo.
Io sono solita terminare la cottura in forno caldo a 200 gradi per dargli quell’aspetto croccante, ma solo sulla superficie: basteranno quindi 10-15 minuti per avere un bel colore dorato.
Nel frattempo dedicatevi alla salsa di accompagnamento: passate il fondo di cottura dello stinco attraverso un colino, versate un po’ di vino bianco e poi aggiungete la fecola precedentemente sciolta in poco brodo.
La salsa è pronta quando risulterà leggermente addensata.
Un ottimo accompagnamento per questo piatto è la polenta, magari bianca, preparata come siete soliti fare, con l’aggiunta delle stesse erbe aromatiche usate per lo stinco.
Io la polenta la presento “in forma”… avevate forse qualche dubbio ?

Buona serata
Liz

lunedì 21 febbraio 2011

I FIORI DI CARNEVALE


Vi sarà sicuramente capitato di vederli in alcune vetrine questi coloratissimi fiori di carta.
Sono allegri e per una tavola di carnevale li trovo molto carini e un po’ diversi dai soliti decori.
Farli è semplicissimo, ma non è così facile spiegare come J
Anni fa ne ho acquistati alcuni e per capire come vengono confezionati li ho “smontati” … preferisco quindi mostrarvi le foto delle varie fasi di “rimontaggio”

Cosa occorre:
Carta velina di colori assortiti
Carta per alimenti (tipo “oleata”)
Carta per cioccolatini (o alluminio)
Forbici
Caramelle tipo “gommoni”

FOGLIE E PETALI
Tagliate la carta velina in quadrati di cm 25 x 25

Piegate per quattro volte – vedi foto

Tagliate con le forbici – vedi foto

Aprite – vedi foto
Ecco alcuni petali, si ottengono tagliando i fogli con sagome diverse

STAME (il centro del fiore J )
Tagliate la carta velina in rettangoli di cm 25 x 6

Con le forbici “sfrangiate” per qualche centimetro le due estremità.
Tagliate la carta oleata in piccoli quadrati e incartate le caramelle,  posizionatele al centro e avvolgete – vedi foto

PER “COSTRUIRE” I FIORI
Appoggiate lo stame al centro del petalo e, facendo una leggera pressione, stringete il centro del petalo attorno allo stame. Per avere un  fiore ricco di petali vi consiglio di metterne almeno due.
Infine, per le foglie, stessa operazione e quantità – vedi foto

Coprite la base del fiore (ovvero la caramella) con un piccolo pezzo di carta per cioccolatini: è indispensabile per “tenere insieme” il fiore.

Tutto chiaro ?
Provateci, potrete utilizzarli anche per presentare una torta di compleanno …

Cercate la vera creatività? Andate a scoprire i lavori di Vale sul suo blog appena inaugurato!

Buona serata
Liz

sabato 19 febbraio 2011

CROSTINI CON LARDO E NOCI


Ancora un crostino, decisamente invernale, da offrire ai nostri ospiti prima dell’arrivo della bella stagione… avete ancora un paio di mesi per decidere se provarli… volete il mio parere ? nella vostra lista della spesa dei prossimi giorni aggiungete lardo e noci, non ve ne pentirete J
A parte i numerosi impegni di questa settimana che mi hanno concesso davvero poco tempo per dedicarmi al blog, ho scelto una ricetta veloce perché voglio dedicare due parole in più ad un nuovo progetto… leggete intanto la ricetta, ci ritroviamo in fondo al post J 

Ingredienti per “un certo numero” di crostini…

Baguette del giorno prima
Olio
50 gr o più di Lardo (io utilizzo quello di Arnad)
qualche gheriglio di noce
1 spicchio aglio

Tagliate la baguette a fettine piuttosto sottili, spennellatele con l’olio e tostatele in forno a 200°.
Confesso che questa volta ho barato, quando si ha fretta… ho acquistato dei crostini confezionati, ce ne sono alcuni che sono piuttosto buoni.
Con la mezzaluna o la lama di un coltello (divieto assoluto di utilizzare il tritatutto elettrico) tagliate il lardo.
Sempre a coltello tagliate grossolanamente i gherigli di noce.
Tutte operazioni che potete fare anche il giorno prima.

Strofinate – delicatamente – lo spicchio di aglio sui crostini: dico delicatamente perché sul crostino deve rimanere un velo di aglio, dovete sentirne il profumo, ma il gusto non deve essere troppo forte.
Spalmate – delicatamente – il lardo: dico ancora delicatamente perché non deve risultare schiacciato.
Qualche pezzetto di noce e i crostini sono pronti.
Se poi qualcuno volesse “curare” il piatto con qualche attenzione in più,  decorate con ciuffetti di rosmarino.

Dunque, si parlava di un progetto…
D’accordo con VALE, la mia sorellina,  stiamo lavorando per  creare un altro blog, dedicato SOLO ALLA SUA CREATIVITA’: in questo modo pensiamo di accontentare chi, cercando i suoi lavori, si è lamentato di trovare soprattutto ricette e chi, pensando di trovare solo ricette di Liz, è rimasto  stupito di fronte ad alcuni post non certo commestibili.
Ci saranno comunque occasioni per ritrovarla anche su questo blog, perché ho in mente  di coinvolgerla in alcuni appuntamenti, uno dei primi  la tavola di primavera, e poi mi piacerebbe che vi presentasse anche qualche suo piatto forte… insomma, non ci perderemo certo di vista J
Tornate nei prossimi giorni e vi darò altre info, forse addirittura già l’indirizzo per andarla a trovare.

A prestissimo
Liz

lunedì 14 febbraio 2011

MINESTRONE ALLA GENOVESE… CHEZ LIZ


Ah quanti ricordi d’infanzia legati a questa minestra ! Io non la sopportavo proprio. Ancora adesso ricordo le ore (non scherzo) passate davanti a questo piatto, mandava un profumo davvero delizioso, ma mandare giù quei pezzi di verdura era proprio difficile… e così mi veniva ripresentato alla sera…. Ogni cucchiaiata era sempre più carica, per finirlo prima, altrimenti indovinate ? il giorno dopo ancora minestrone. Fortuna che c’era la carissima zia Maria, che per i suoi nipoti avrebbe fatto qualunque cosa,  che ogni tanto riusciva a convincere la mamma ad abbandonare l’impresa di farmelo finire tutto.
Oggi riconosco che è proprio  grazie a questa educazione  ricevuta (a mio parere comunque un po’ rigidina) che sono riuscita a riassaggiare svariati piatti  e ad apprezzarne la loro bontà: il minestrone è sicuramente uno di questi.
E’ un piatto che va preparato con passione, già dal taglio delle verdure, e cucinato molto lentamente, insomma col minestrone non bisogna avere fretta.
Con questo primo al cucchiaio partecipo al  givaway di Sigrid  “cavoletto di bruxelles”… non capita certo tutti i giorni di avere la possibilità  di concorrere per vincere una cocotte Le Creuset ! 

Per 2 porzioni abbondanti J

75 gr fagioli borlotti secchi
1 pezzo di cavolo
150 gr spinaci
100 gr bietole
1 patata
2 carote
2 zucchine
100 gr fagiolini
3 pomodori piccadilly (privateli della buccia e dei semini)
2 scalogni 
mezzo porro
olio
sale e pepe
parmigiano (facoltativo)

Per il pesto genovese:
2 mazzi basilico
1 spicchio aglio
20 gr pinoli
20 gr parmigiano grattugiato
10 gr pecorino sardo grattugiato
sale grosso (o fleur de sel)
olio

Il giorno prima mettete i fagioli in una ciotola piena d’acqua e teneteli in ammollo per almeno 12 ore.
Mettete una pentola piena d’acqua (2,5 litri circa) sul fuoco e salate: vi servirà per cuocere la minestra.
Pulite le verdure e tagliate a striscioline il cavolo, gli spinaci e le bietole, a dadini le patate ,  le carote, le zucchine e i pomodori, a pezzetti i fagiolini e a rondelle gli scalogni e il porro.
Versate nella vostra pentola per le lunghe cotture mezzo bicchiere di olio, aggiungete gli scalogni e il porro, dopo alcuni minuti  i pomodori e i fagioli sgocciolati e fate insaporire. Coprite con qualche mestolo di acqua calda e fate cuocere per circa 20 minuti.
Poi aggiungete il cavolo, le carote, le patate, i fagiolini e  altri due mestoli di acqua: fate cuocere ancora per altri 20 muniti, quindi unite le rimanenti verdure e coprite con circa 1 litro di acqua calda. Mettete il coperchio e  cuocete a fuoco dolcissimo per circa 1 ora.

Cosa fare nel frattempo ? Potete dedicarvi al pesto: fondamentali il basilico di Prà, il mortaio e un po’ di pazienza.
Staccate le foglie di basilico dalla piantina, lavatele velocemente e fatele asciugare appoggiandole su un canovaccio. Pulite l’aglio, mettetelo nel mortaio e pestatelo fino a ridurlo in poltiglia, aggiungete i pinoli e continuate a pestare. Unite il basilico e un po’ di sale grosso e schiacciate, roteando (senza più pestare) fino a quando non avrete ottenuto un composto omogeneo. Sempre rimestando, aggiungete i formaggi e diluite con l’olio versato a filo.
Sarete sicuramente tentati di mettere tutto nel mixer…  vi suggerisco di non farlo, vi assicuro che il pesto fatto nel mortaio ha un sapore unico.
Approfondirò questa antica e tipica salsa genovese parlandone in un post a lei interamente dedicato, chissà, magari vi convincerò ad acquistare un bel mortaio J

Tornate alla vostra pentola sul fuoco e “addensate” la minestra prelevando alcuni mestoli di verdure e passatele nell’apposito attrezzo chiamato passaverdure (con buchi medi), aggiustate di sale, pepate e cuocete ancora per 30 minuti.
Trascorso questo tempo potete decidere se aggiungere del riso o della pasta tipo “bricchetti”. In tal caso dovrete prolungare la cottura secondo le indicazioni riportate sulla confezione della pasta scelta.

Esistono tantissime varianti per questo minestrone, le verdure cambiano a seconda della stagione e a seconda di quelle al momento disponibili in casa, credo che ogni famiglia abbia la propria ricetta del cuore.
Il tocco “genovese”: versate un po’ di pesto nel minestrone durante gli ultimi minuti di cottura e lasciate insaporire.
Il tocco “chez Liz”: minestrone fumante nella ciotola, un filo di olio, parmigiano grattugiato a julienne, un ciuffetto di basilico e   una piccola porzione di pesto semi ghiacciato, da immergere immediatamente.

Secondo voi il mio minestrone è con   la pasta o ci saranno solo pezzi di verdure ? J importantissimo,  se non lo finite tutto, mangiato freddo il giorno dopo sarà ancora più gustoso !
Buona serata
Liz

venerdì 11 febbraio 2011

PICCOLE TORTE ALL’ARANCIA


Si tratta di piccole crostate e trovo siano un dolce perfetto per chiudere una cena invernale.
E’ in versione mono porzione perché, avendo una farcitura morbida, prepararla di grandi dimensioni può complicarvi il momento in cui dovrete sformarla, fidatevi J.
E’ anche vero che avrei potuto usare una delle mie teglie con il fondo rimovibile (le conoscete ? sono fantastiche), ma , ormai dovreste saperlo, io preferisco servire dolcini individuali, si ha maggiore soddisfazione con la guarnizione del piatto anche se, per gli ospiti golosi, capisco che a volte sia una delusione non poter chiedere il bis… 
Per questa volta vogliamo accontentarli ? vorrà dire che cucineremo qualche tortina in più!

Ingredienti per 8 tortine del diametro di 10 cm

Per la pasta:
250 gr farina
100 gr burro
30 gr zucchero semolato
mezza bustina lievito per dolci
1 tuorlo
2/3 cucchiai di acqua fredda

Per la crema
100 gr farina di mandorle
50 gr zucchero semolato
2 uova
100 ml panna fresca
marmellata arance
2 arance

Qualche altro ingrediente per
le tortine: zucchero a velo e scorza arance fresche
la salsa di accompagnamento: cioccolato fondente e panna fresca
la guarnizione del piatto: arance

La preparazione dell’impasto: qualche parola in più per i principianti J
Innanzitutto portate il burro a temperatura ambiente.
Quando sarà morbido procedete con l’impasto degli ingredienti: unite alla farina il lievito, passato attraverso un colino, aggiungete il burro a pezzi,  lo zucchero e il tuorlo e impastate velocemente (non è un dettaglio trascurabile, il calore delle mani può rovinare l’impasto) e appena la farina avrà assorbito il burro (ovvero avrete ottenuto un composto formato da grosse briciole) aggiungete qualche cucchiaio di acqua fredda di frigo (altro dettaglio importante: aggiungete l’acqua un po’ alla volta).
Avete il robot che impasta ? Usatelo ! Anche in questo caso l’acqua  sarà da versare sempre un po’ alla volta e solo quanto basta a formare un impasto liscio.
Avvolgete la pasta  in un foglio di alluminio e riponetela in frigo per almeno 30 minuti.

Per la crema: recuperate dalle arance la scorza, finemente grattugiata, e il succo, possibilmente filtrato.  In una ciotola (o nel frullatore) mescolate  lo zucchero e le uova, aggiungete la panna , la farina di mandorle (se ne siete sprovvisti frullate le mandorle intere con una parte dello zucchero), il succo delle arance  e la scorza. 

Con del burro fuso spennellate l’interno delle tortierine, cospargetele con un po’ di zucchero e capovolgetele per eliminare lo zucchero in eccesso.
Recuperate la pasta dal frigo, suddividetela in 8 porzioni e stendetela con il mattarello  in uno strato sottile. Con le dosi che vi ho indicato vi avanzerà sicuramente della pasta: avendo un solo tuorlo non è così semplice dimezzare la dose, voi potete comunque provarci, io di solito quella che avanza la metto nel congelatore J
Sempre per i principianti… ricordatevi di tenere a portata di mano un po’ di farina, per evitare che la sfoglia si attacchi al mattarello o al vostro piano di lavoro. Un’alternativa all’uso della farina é stendere la pasta tra due fogli di carta da forno: in questo modo, togliendo poi uno dei due fogli (quello sopra) sarà più facile trasferirla nello stampino, capovolgendola.
Foderate le tortierine con le sfoglie e sul fondo mettete un velo di marmellata e versate la crema: non riempitele troppo perché cuocendo la crema tenderà a gonfiarsi leggermente.
Infornate a 180° per circa 30/35 minuti.

Una volta sfornate, lasciatele riposare per alcuni minuti  prima di sformarle dagli stampi, in modo che la farcia si compatti leggermente.
Pssss non fatele raffreddare troppo perché servite tiepide sono una vera delizia.

Nel frattempo fate sciogliere a bagnomaria un po’ di cioccolato e della panna: per le dosi regolatevi a seconda della consistenza desiderata.

La mia idea per servirle: zucchero a velo, un po’ di scorza di arancia fresca, qualche goccia di cioccolato e fettine di arancia fresca.


Buona serata
Liz

domenica 6 febbraio 2011

MOUSSE AU CHOCOLAT... PER DUE









Un solo piatto, due coppe con una soffice spuma di cioccolato, qualche cuoricino di panna e, tocco finale, due cuori di cacao in polvere: è questo, per me, il dolce perfetto per il 14 Febbraio.

Pur nella sua semplicità, penso che la mousse sia sempre una scelta azzeccata, ciò che la può rendere particolare, oltre ad un ottimo cioccolato, è l’abbinamento: i  più classici, frutta o biscotti fatti in casa, ma per questa occasione ho preferito giocare sulla presentazione, assolutamente romantica.
E’ un dolce alla portata di tutti, facile, può essere preparata il giorno prima e sicuramente ognuno di voi avrà la propria versione preferita, io ne ho provate diverse e questa è la mia J

Ingredienti per DUE coppe

Per la mousse
50 gr cioccolato fondente
1 uovo (tuorlo e albume separati)
20 ml + 80 ml panna liquida
mezzo cucchiaio zucchero a velo

Per i cuoricini …. tanti
1 foglio di gelatina
50 ml panna liquida
25 ml latte
15 gr zucchero a velo

La mousse
Sciogliete a bagnomaria il cioccolato con 20 ml di panna.
Quando il composto sarà liscio trasferitelo in una ciotola e unite il tuorlo, amalgamando molto bene.
In una ciotola montate l’albume a neve, a metà della lavorazione aggiungete lo zucchero e continuate a sbattere  fino a quando il composto sarà denso e lucido.
Versate un cucchiaio  di albume montato nel composto di cioccolato e mescolate, unite poi il cioccolato al resto dell’albume, amalgamando delicatamente dal basso verso l’altro.
In un’altra ciotola montate 80 ml di panna, fresca di frigo, e incorporatela al composto di cioccolato, amalgamando sempre dal basso verso l’alto.
Mettete la mousse in un sac à poche e trasferitela  in frigo per 15 minuti.
Riprendete il sac à poche, versate la mousse nelle due coppe e rimettete in frigo per almeno 4 ore.

I cuoricini
Ammorbidite la gelatina in acqua fredda, trasferitela in un pentolino con la panna, lo zucchero e il latte. Quando la gelatina sarà sciolta trasferite la crema, filtrandola attraverso un colino, in una fondina o pirofila di porcellana. Fate raffreddare in frigo.
Per tagliare la gelatina utilizzate dei tagliabiscotti: per evitare che gli stampini si attacchino alla gelatina, prima di ogni taglio, immergeteli  in un  po’ di acqua fredda.

A casa di Liz i festeggiamenti sono già iniziati… qualcuno doveva pur assaggiare!

Con questa dolce “La cuisine de Liz” presenta un’altra ricetta per il contest di Flavia “Hart-to-Hart”.

Ancora Buon San Valentino
Liz
 MESSAGGIO

venerdì 4 febbraio 2011

PESTO DI CARCIOFI


Amando i carciofi, sia crudi che cotti, per me questa salsa é fantastica !
E’ un  ottimo condimento per la pasta, soprattutto quella artigianale, ma potete anche utilizzarla come farcitura, unita a qualche formaggio morbido, per delle lasagne al forno. Anche spalmata sui crostini ….
Io raddoppio sempre le dosi, in modo da averne un po’ di  scorta, perché può essere congelata e per un invito dell’ultimo minuto…
   
Condimento per 6

4 carciofi
1 cucchiaio di farina
olio q.b.
50 gr pinoli
1 spicchio aglio grande
3 cucchiai abbondanti di parmigiano grattugiato
sale

Pulite i carciofi e privateli delle foglie più dure,  tagliateli a fettine e immergeteli in una ciotola piena d’acqua, in cui avrete stemperato un cucchiaio di farina (perché farina e non succo di limone ? leggi le prime righe del post “Flan di carciofi…”).
Scolateli, trasferiteli subito in una padella, con un po’ di olio, salate e  cuoceteli fino a quando non si saranno ammorbiditi. Lasciateli intiepidire.

Trasferite nel mixer i carciofi, l’aglio, tagliato a pezzi o spremuto (e, consiglio, privato dell’anima), i pinoli e tritate grossolanamente.
Aggiungete poi il parmigiano e un po’ di olio. Continuate a frullare, aggiungendo altro olio a filo, fino a quando gli ingredienti saranno ben amalgamati. 
La consistenza di questa salsa dovrete deciderla voi, secondo i vostri gusti: io per questo pesto la preferisco  grossolana, quando mangio la pasta mi piace sentire qualche pezzetto di carciofo e di pinolo sotto i denti J.

Come vi avevo accennato, di solito utilizzo questo pesto per condire un tipo  di pasta artigianale, quella fotografata sono dei gigli: per la loro forma sono perfetti per trattenere questo condimento.

Per rendere il pesto cremoso, ricordatevi, durante la cottura della pasta, di raccogliere la schiuma, ricca di amido, che sale in superficie e di versarla sul pesto, amalgamando bene.
Qualche scaglia finissima di parmigiano e il piatto è pronto !


Dimenticavo! Avanzasse del pesto per il giorno dopo, prima di trasferirlo in frigo, ricordatevi di coprire la superficie con dell’olio. Non deve essere aggiunto per la scorta da congelare.

Buona serata
Liz 

martedì 1 febbraio 2011

SFORMATINI DI MELA CON CREMA INGLESE


La mela è un frutto che piace  a molti, ma in versione cotta, così come accade per certe verdure, non tutti la gradiscono.  Questo dolce può essere l’occasione per provare e magari cambiare idea… a me è successo, l’ho assaggiato alla  scuola di cucina e mi è piaciuto molto. Sarà anche per la salsa di accompagnamento che, per questo dolcino, è perfetta e soprattutto fondamentale. 

Per 4 persone

Per gli sformatini:
4 stampi tipo da creme caramel
300 gr mele renette
25 gr miele
150 ml rhum bianco
50 gr panna fresca
50 gr madeleines
1 uovo
cannella in polvere
chiodi di garofano in polvere
noce moscata
uvetta sultanina
burro
zucchero semolato

Per la crema inglese:
1 tuorlo
15 gr zucchero di canna
100 ml latte

Sbucciate e tagliate le mele a pezzi e fatele cuocere a fuoco basso con il miele e il rhum. Quando saranno morbide toglietele dal fuoco e fatele intiepidire.
Versate nel frullatore  le mele, la panna, i biscotti, l’uovo e aggiungete la cannella, i chiodi di garofano  e una grattatina di noce moscata: dosate queste spezie a seconda del vostro gusto, ma sempre con una certa moderazione.
Passate sul fondo e sulle pareti degli stampini un velo di burro fuso e poi spolverizzate con dello zucchero semolato.
Versate il composto di mele negli stampini e ricordatevi di aggiungere anche  qualche chicco di uvetta.
Cuocete in forno, a bagnomaria, a 200° per 40 minuti circa.
Qualcuno sente per la prima volta parlare della cottura in forno a bagnomaria ? vi racconto come funziona, così come l’hanno insegnata a me: si tratta di riempire un tegame a bordi alti con dell’acqua calda. Il livello dell’acqua deve essere un dito al di sotto del livello del composto all’interno degli stampini.
Quando saranno cotti sfornateli, ma non toglieteli dall’acqua fino a quando non li servirete, così gli sformatini resteranno tiepidi.

Per la crema inglese: mentre portate  il latte a bollore,  amalgamate in un pentolino, che potrà essere utilizzato per la cottura a bagnomaria, il tuorlo con lo zucchero. Versate poi il latte e cuocete la crema mescolando in continuazione. Attenzione a non farla impazzire: è pronta quando si sarà leggermente addensata.
Due note sulla salsa:  può essere profumata con le stesse spezie usate per gli sformatini e può essere servita tiepida, decidete voi.
Io per servire questo dolce preferisco:
velare completamente il fondo del piatto con la salsa, cotta senza spezie e a temperatura ambiente, adagiare lo sformatino tiepido e poi spargere qualche  pizzico di cannella.

E’ avanzata mezza mela ?


E’ una creazione di Vale, pensata per far divertire i vostri bimbi e per dare un po’ di cibo ai poveri uccellini che d’inverno faticano tanto a trovare qualcosa di cui nutrirsi. Per alcuni passaggi è fondamentale l’aiuto di un adulto.

Cosa occorre:

Per il busto ci sono due alternative:
Il simpatico falegname che taglia un pezzo di legno compensato ricavando la sagoma di un pupazzo di neve oppure
per chi ha il seghetto alternativo, un pezzo di legno  compensato e un po’ di olio di gomito J
Sparapunti - per fissare le graffe a cui attaccare la mela
Pennello – per colorare il busto
Colore acrilico bianco “Decò Brillante Gloss” - per colorare il busto
Vernice protettiva opaca “Stamperia” – per lucidare il busto e proteggerlo per l’esposizione all’aperto
Pennarelli “Uniposca” colori nero e arancione - per gli occhi e il naso
Calzettone a righe - per la sciarpa
2 rametti ramificati - per le braccia
Pistola per colla calda – per fissare le braccia
Succhiello - per praticare foro dove verrà fatta passare la corda
Corda grezza - per appenderlo

Non c’e’ alcuna descrizione del lavoro perché le foto credo che  parlino da sole, ma se qualcuno avesse bisogno di chiarimenti scrivete un commento e Vale sarà molto felice di aiutarvi.

Ecco il pupazzo visto di fronte e di profilo… il mio, regalato da Vale, è  fuori sul terrazzo J

A presto e saluti anche da Vale
Liz 
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